IMMOBILIARE: FLESSIONE CONTENUTA, NONOSTANTE LA PANDEMIA

29/03/2021

Per il 2020 lieve calo delle compravendite, in recupero nel 2021 ed in forte incremento per il 2022.

a cura di Bruno Vettore – AD FCGROUP HOLDING SPA

L’ultimo trimestre del 2020 ha visto un recupero significativo rispetto al trimestre precedente del numero di compravendite, in ambito residenziale. Si ravvisa quindi una sostanziale tenuta del mercato, con un decremento delle transazioni inferiore al 10% su base annua. Un risultato eccellente ed assolutamente imprevedibile, visto il contesto generale di grave crisi che sta toccando molti settori della nostra economia. Si stima quindi che le compravendite residenziali rimarranno oltre la quota di 500.000, anche favorite dalla politica creditizia dei principali istituti bancari che, seppur con l’introduzione di qualche elemento prudenziale, non hanno “chiuso i rubinetti”.

I principali operatori di settore ritengono che il 2021 sarà un anno di recupero delle posizioni pregresse, con prezzi stabili o in lieve aumento nelle città più dinamiche o per tipologie immobiliari di maggiore qualità. Vengono premiate le proposte immobiliari con dimensioni più ampie, in relazione alle necessità di smart working, con finiture eccellenti e, ove possibile, con terrazzo o giardino, alla ricerca di spazio utile e vivibile per le necessità familiari. Insomma, vince la qualità abitativa.

La favorevole congiuntura economica post pandemia, collocata ad inizio 2022 dovrebbe favorire e rilanciare fortemente tutto il settore del real estate, con particolare focus sulle nuove costruzioni ed anche sul mercato non residenziale. Una intelligente rimodulazione degli spazi ad uso ufficio, il ritorno, almeno nelle posizioni top, del commercio al dettaglio e nuovi investimenti in capannoni per la logistica, nascenti dall’evidente incremento dell’ e-commerce, genererà grande interesse anche per investimenti in questi comparti immobiliari.

Ovviamente rimangono alcune incognite circa l’impatto della possibile perdita di posti di lavoro e sugli affetti più generali della pandemia, ma una certa positività non appare fuori luogo anche in relazione alle conseguente che dovrebbe avere l’impatto dei fondi rivenienti dal Recovery Plan.